Ci eravamo incontrati a fine ottobre a Roma per la scelta delle cinquine della seconda edizione dello Strega Ragazzi e ci eravamo salutati dandoci appuntamento a Bologna, in Fiera, per la premiazione dei vincitori… È triste dover riflettere su Tullio al passato, sulle sue competenze e sul suo impegno politico (da assessore alla Cultura del Lazio nella seconda metà degli anni Settanta a ministro della Pubblica istruzione dal 2000 al 2001) mai disgiunto dalla dimensione culturale ed educativa (la collana “Libri di base” da lui diretta per gli Editori Riuniti è stata esempio di come fosse possibile coniugare corretta informazione scientifica sui più disparati argomenti e chiarezza espositiva). Non voglio aggiungere altro se non un ricordo particolare: vent’anni fa moriva Carmine De Luca, un altro amico legatissimo a Tullio per molte, svariate ragioni (dalla formazione linguistica alla passione politica, al lavoro editoriale); una di queste mi è rimasta particolarmente impressa (ne accennai a Tullio un anno fa): la scoperta dell’ingarrichiana e della comune passione per i versi bizzarri di quel “borbonico” Ferdinando Ingarrica che, credendo di fare seriamente poesia, ci consegnò inconsapevolmente uno strumento linguistico d’avanguardia nella “produttiva” direzione del nonsense… Non aggiungo altro se non la riflessione che ogni serissima pratica di studio contiene in sé anche una componente di gioco e di piacere, i due amici scomparsi l’avevano capito e questo, oggi, legando la malinconia del distacco al sorriso, rende più affettuoso il loro ricordo.
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