Non è retorica osservare che, al di là dell’agosto, la città mi sembra annichilita, silenziosa… nella mia vita con lei ho vissuto i momenti tragici del terrorismo con carabinieri ammazzati a breve distanza da casa, le numerose alluvioni (l’ultima da amministratore), ho visitato in Capitaneria le bare delle vittime della Torre dei Piloti e ho guardato gli occhi dei loro parenti… e ora mi è difficile, passando sul ponte di Cornigliano, girare lo sguardo da quella parte, quel vuoto sul Polcevera è anche un vuoto che mi prende allo stomaco… non pensavo che un ponte potesse fare così parte di noi: sarà perché sono nato in quel quartiere e tuttora abito poco lontano e sarà perché le “case dei ferrovieri” erano un mito di benessere per noi che abitavamo appartamenti dell’Ottocento, perché su quella via Fillak, da bambino (non c’era ancora il ponte), ho imparato ad andare (male) in bicicletta, perché mio padre fece l’operaio in una ditta di via Porro, perché mio suocero lavorò in quel cantiere come ferraiolo, perché lì abitano ancora tanti conoscenti… perché, perché, perché… è inutile continuare e non voglio, in un momento di lutto, fare come tanti che sui social si trasformano in ingegneri, architetti, esperti di sicurezza, creatori, magari involontari di fake… mi sento di dire, però, alcune cose: capisco le difficoltà di un amministratore (in questo caso il sindaco) che davanti a una simile tragedia non trovi le parole, ma a poche ore dall’evento, il nostro sindaco che di solito parla di lato, quasi un borbottio a mezza bocca, pare aver superato se stesso bofonchiando qualcosa al giornalista di La vita in diretta senza mostrare quel minimo di commozione o di quel groppo sincero che aveva preso molti di noi… Ma peggio mi pare abbiano fatto i due veri primi ministri Di Maio e Salvini (Conte, presente, ha parlato… forse…): il primo continuando, da vero Masaniello, a fare propaganda elettorale sulla sua “purezza” (se aveva prove che il governo Renzi era stato corrotto dai Benetton doveva andare in Procura), il secondo, reduce da una bella tavolata in Calabria, annunciando la demolizione di tutte le case della zona rossa… Noi vecchi, forse abituati ai ritmi lenti dell’antica politica, non siamo avvezzi a iniziative legali e legislative prese via Twitter o Facebook, vorremmo al governo (e non lo dico da partigiano di altri) gente che si togliesse la “spillina” del partito nel momento in cui diventa a pieno titolo “servitore dello Stato”, vorremmo gente che avesse la sensibilità di capire la differenza fra una campagna elettorale e il governo di un paese, che trasmettesse alla gente fiducia nel sistema senza slogan o menzogne magari dicendo che si ha fiducia nella Magistratura (il procuratore Cozzi, al proposito, è stato come sempre esemplare per chiarezza nelle dichiarazioni e rispetto dei ruoli) e nel suo lavoro… Ma siamo vecchi e in più genovesi, “mugugnoni” per antonomasia… abbiate comprensione per noi Di Maio e Salvini (Conte non pervenuto) e rispettate, almeno nei giorni del lutto, il silenzio…
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