Le ragioni di oggi. Il 2 febbraio 2017 al Liceo Linguistico “Grazia Deledda” è stata intitolata l’Aula riunioni a Maria Milhofer (1904-1945), vittima della Shoah, già insegnante di tedesco presso la stessa scuola. Oggi voglio ricordare l’avvenimento che mi ha visto coinvolto, prima che come assessore, come studioso di un “caso” che trovo oggi – esemplare per ricordare a tutti quanto le leggi razziali del ’38 siano state – riprendo le parole del Presidente della Repubblica – “macchia indelebile della nostra storia” e quanto la scuola possa fare per non dimenticare e offrire alle giovani generazioni la possibilità di prendere le distanze dalle tante forme di nuovo razzismo.
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14 settembre. Ricordate la foto del Presidente del Consiglio che (forse ben istruito dal suo addetto stampa che guadagna più di lui) sbandierava i fogli del Decreto per Genova? Riporto testualmente le parole di quel giorno (non posso purtroppo riportare tutte le “studiate pause”, il tono ben impostato e altri momenti attoriali in attesa dell’applauso) “Avevo detto che sarei ritornato presto, sono qui, eccomi, sono qui anche a nome del Governo [nota mia: mi pare implicito che Conte, presidente del Consiglio, rappresenti il Governo… a meno che anche lui non sia convinto del fatto che i due suoi “vice” lo rappresentino meglio] […] ma ho anticipato già ieri che non mi sarei limitato a venir a rendere una testimonianza pur doverosa, che non sarei venuto a mani vuote [nota mia: pausa studiata e applausi] ho portato dei fogli… fogli bianchi… no [nota mia: mostra i fogli]… sono pieni di fatti, di misure concrete… qualcuno ha detto che ieri siamo stati a litigare nel Consiglio dei Ministri… no, siamo stati a operare nel Consiglio dei Ministri… per confezionare questo decreto [mostra i fogli] abbiamo lavorato nei giorni scorsi giorno e notte e non è retorica e ancora ieri abbiamo lavorato tanto”.
Normalmente – come sa chi segue il mio sito – non pubblico interventi di altri e le “incursioni” di Paolo Amaro dal suo “angolo” sono sempre rare, ma questa volta voglio fare un’eccezione perché il mio amico e collega Prof. Gianfranco Ricci ha risposto al mio intervento su La tragedia di Genova con un testo che, oltre a sentire come un fraterno, fortissimo abbraccio, riprende quel tema dell’abbassare i toni, quella richiesta di riflessione che in tempi come questi costituirebbe un primo segnale di speranza… Ringrazio Gianfranco di avermi consentito la riproduzione del suo testo, segno di un’amicizia e una fiducia reciproca cementata dagli anni:
Non è retorica osservare che, al di là dell’agosto, la città mi sembra annichilita, silenziosa… nella mia vita con lei ho vissuto i momenti tragici del terrorismo con carabinieri ammazzati a breve distanza da casa, le numerose alluvioni (l’ultima da amministratore), ho visitato in Capitaneria le bare delle vittime della Torre dei Piloti e ho guardato gli occhi dei loro parenti…
Finalmente una coppia di genitori di Carpi ha scoperto che in Italia il “marcio” educativo (dalla sessualità al rispetto delle diversità) viene inculcato fin dalla più tenera età attraverso i libri per l’infanzia: “È un Leviatano sempre più prorompente che sta intessendo tele ovunque, con prospetti davvero agghiaccianti”, sono le “alte” parole di un apocalittico commentatore della vicenda (Cristiano Lugli su Osservatoriogender.it, 2016) della famigliola di Carpi che è stata costretta a ritirare il figlio da una scuola perché il dirigente scolastico ha rifiutato di eliminare dalla biblioteca scolastica e quindi sottrarre alla lettura il romanzo di Bianca Pitzorno Ascolta il mio cuore
Perché non pane e acqua?
La domanda si pone davanti alla sicurezza della sindaco di Montevarchi che ha condannato i bambini – figli di genitori morosi nei riguardi della mensa scolastica – a mangiare solo pane e olio separati dagli altri. Cosa dire? Ormai non ci si stupisce (e indigna) più di nulla in questa Italia dove amministratori e cittadini (non tutti ma una parte consistente sì) sembrano aver perso il senso del limite, della convivenza civile, della solidarietà.
Ricordo di Anna Maria Bernardinis
Il 3 luglio 2017 è morta a Padova Anna Maria Bernardinis per lunghi anni docente di Pedagogia nell’Ateneo patavino ma soprattutto (per quanto riguarda la nostra materia) titolare dal 1969 al 1974 del corso di Storia della letteratura per l’infanzia (uno dei primi in Italia).
Te ne sei andata all’improvviso, a 35 anni, cara Valentina: su questo sito volevo parlare di te al presente recensendo il “Meridiano” Mondadori che mi avevi donato e che conteneva Lettera a una professoressa da te mirabilmente (e amorevolmente) curata e invece sono qui a parlare di te al passato…
Il 29 maggio u.s. se n’è andata anche Carla Poesio punto di riferimento a livello internazionale della Letteratura per l’infanzia.
Il 27 aprile u.s. è mancata Renata Lollo per anni docente di Letteratura per l’infanzia all’Università Cattolica di Milano; sono vicino alla Famiglia e alla Comunità scientifica che l’ha conosciuta e apprezzata